drammaturgia
ricci/forte
movimenti
Marta Bevilacqua
assistenti regia
Liliana Laera, Ramona Genna
regia
Stefano Ricci
Giuseppe Sartori
Simon Waldvogel
Anna Gualdo
Liliana Laera
Ramona Genna
Alessia Siniscalchi
una produzione ricci/forte | CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia
durata
30'
Un convoglio ferroviario, anticamera dell’Inferno. La visione, lo strumento per resistere alla barbarie.
Un non luogo, un prisma che rifranga l’immagine lucida di una società degradata e gli strumenti necessari per non alzare bandiera bianca. L’economia consumistica dominante combattuta con le armi della poesia umana.
In fondo, questo rinchiudersi tra le maglie di un binario, con toilette e vagoni ristorante, non è che la gabbia di un preciso disegno politico. Il conservatorismo traccia i suoi perimetri: la scuola, la televisione, la sommessa eleganza dei quotidiani e TG di prima serata identificano un disegno basato su idea di distruggere con missili Aperol e snack livellando un Paese verso il basso.
Nel treno della nostra periferia odierna si respira l’Italia delle stragi, l’Italia del boom, l’Italia della crisi: sviluppo, bombe e precarietà, un triplo boom.
Esercizi per mettersi in gioco recuperando una fisarmonica del senso. Esercizi per nascondere il cuoio capelluto sotto un secchiello di sabbia. Una immoralità che si fa creatività orfica.
Sul proletariato urbano la Storia scivola come pioggia attraverso i tombini lasciando, insieme alle ultime note di una hit e zero scintille di rivoluzione, una esistenza consumata senza sussulto.