drammaturgia
ricci/forte
regia
Stefano Ricci
movimenti
Piersten Leirom
assistente regia
Ramona Genna
direzione tecnica
Danilo Quattrociocchi
suono
Andrea Cera
voce registrata
Anna Terio
ricerca iconografica
St�phane Pisani
con
Anna Gualdo, Liliana Laera
una produzione ricci/forte @ 2017
Punto di partenza e accesa ispirazione di questo lavoro � la lirica pura di una delle pi� grandi poetesse russe, Marina Cvetaeva.
�Prendi una donna fuori dall�ordinario, Marina, abbracciata esclusivamente dal cielo, che cresce isolata afferrandosi alla memoria, come un fatale testamento in bottiglia da affidare alla Storia. Prendi una dama in bianco, pifferaio magico che infiamma e orchestra le sue giornate. Prendi un vecchio immobile. Prendi un piano qualunque di questo immobile. Prendi una stanza del piano. Indicata dal Caso. Alveolo. Cella candida per sussurrare un�asimmetria che fonde insieme scarti esistenziali. Prendi i suoni. Prendi i racconti bisbigliati. Tetris animistici. Vite meno reali della tv satellitare a circuito chiuso. Chiavi per entrare nei vasi comunicanti di un organismo che pulsa di vite disordinate. Pulsa simultaneamente. Mantice-mastice, che imbriglia e incastona una polifonia semiotica che graffia la gola.
Una stanza. Loculo. Con il suo peso specifico. Inondata di luce. Foderata da lampi radiografici. Scartavetrata dal suono. Agita da presenze, bambole russe che si celano sotto i copriletto intonsi, tra le intersezioni delle maioliche. Rammendare le reti della propria fantasia, quando tutto sembra sciogliersi in un benessere fittizio. Voci femminili sepolte, sovrapposte, infrante, in questo istituto di �apparente� sanit�, che sgretolano le ore della propria esistenza, feroci come le graminacee che attecchiscono sul cemento. Singulti. Alterazioni che rimbalzano sottopelle e si unificano sciogliendo i tramezzi di frontiera. Respirando l�aria mossa degli altri respiri. Trasformando l�apnea in un valore aggiunto.
La follia � davvero una malattia o una manifestazione divina, un�espressione di libert�? E come e in nome di chi vengono tracciati gli steccati di quella discutibile libert�?
Un caleidoscopio di porte, unito da un corridoio emotivo, che impianta links tra una toppa e l�altra verso una dimensione onirica, vivida, iper-reale, implacabile: il nostro domani.�