PRESS | INTERVIEW

DROME 18 – INFANZIA | Screenwriters. Playwriters. Poets. Artists. | 01 / 09 / 2010

synusi@:e. mounier ci dice che l’infanzia non ha tempo: man mano che gli anni passano, bisogna conservarla e conquistarla, nonostante l’età. esiste un segreto per questo?
ricci/forte: La radice etimologica latina, INFANS, dalla quale deriva la parola infanzia, significa “muto, che non può parlare”. E’ quindi lo sguardo, aperto a 360º, la caratteristica principale di un periodo vitale nel quale ci è precluso l’uso della parola. Lo sviluppo di un senso a scapito degli altri cinque. Crediamo che se esista un arcano per mantenersi integri, o perlomeno poco ammaccati nella carrozzeria che ci viene fornita in dotazione dalla bella età dell’oro, questo recondito debba collocarsi nella profonda attenzione (audace indiscrezione) verso il mondo e nella preservazione degli ideali deontologici (suscettibili di assestamento verso una maggior definizione), che troppo spesso svendiamo al mercato dell’apparenza. Probabilmente, cominciamo a crescere quando abdichiamo a noi stessi, quando ci facciamo bastare i prodotti che ci vengono esposti sul catalogo, senza provare a guardare cosa c’è dietro… diventando noi stessi campioni con data immediata di scadenza. Robinson Crusoe urbani, turbatori della quiete: questa è la password per restare abbottonati ai primordi.

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La Repubblica XL | Il teatro feroce di Ricci/Forte | 26 / 09 / 2011

I festival li vietano ai minori di diciotto anni. Svenimenti e malori tra il pubblico sono all’ordine del giorno. È un mondo di adolescenze senza più sogni né speranze quello di Stefano Ricci e Gianni Forte, la coppia più discussa e richiesta del teatro di ricerca italiano. Un tempo autori di fiction televisive mainstream, oggi la loro compagnia riempie le platee di giovani e giovanissimi mettendo in scena violenze fisiche e psicologiche, consumismi compulsivi, solitudini corali e sessualità disperate. Tra i prossimi appuntamenti saranno in scena il 15 ottobre alla Biennale di Venezia con Grimmless, dal 27 ottobre al 3 novembre al Romaeuropa Festival con Wunderkammer Soap. In cantiere anche un film per il 2012.

Parliamo del principio. Com’è iniziata la vostra collaborazione?
R: «È iniziato tutto a Palermo parecchi anni fa, per una coincidenza. Lavoravamo per due diverse produzioni. Ci siamo incontrati a teatro dopo uno spettacolo, Gianni è venuto a vedermi perché avevo avuto la parte al posto suo, e ha dimenticato per sbaglio lo zaino nel mio camerino. Non sapendo di chi fosse l’ho aperto. Dentro c’era un quaderno con delle cose molto interessanti. Ho continuato a scrivere sulle pagine e poi ho spedito tutto al suo albergo. Da quel momento abbiamo iniziato a lavorare insieme. All’inizio scrivendo per la televisione, negli anni novanta.

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Venice In Magazine | RICCI/FORTE UNA FAVOLA CONTEMPORANEA | 15 / 10 / 2011

Incontriamo Ricci/Forte autori e registi di Grimmless che è in scena a Venezia al Teatro Fondamenta nuove il 14 ottobre nella sezione speciale riservata alla scena italiana contemporanea della Biennale di Venezia.

Innanzitutto due parole su di voi: gli albori di Ricci/Forte, che formazione avete avuto, quali sono stati i vostri maestri?
Rigurgitati da una formazione classica come l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, sentivamo il crepuscolo creativo pericolosamente vicino. Il panorama teatrale sembrava una distesa di distruzione, in attesa di avventori dello sterminio. Pur avendo avuto in clausura incontri rigeneranti, come quello con Luca Ronconi, che aveva illuminato a giorno le dinamiche intertestuali del linguaggio, il bisogno di confronto con il contemporaneo non smetteva di lanciare bengala di soccorso. L’approdo a New York e l’incontro con le arti performative hanno fatto da reagente innescando una fissione nucleare a catena che ancora ci accompagna.
Quando avete iniziato a lavorare insieme, in quale ambito?
Notti senza sonno ti costringono ad inseguire anche i rumori minimi, a lanciarti senza deroghe nel buio della coscienza circostante, sforzando lo sguardo alla ricerca di un riflesso. Nel carosello di accostamenti incongrui, stabilire un patto di condivisione etica ed espressiva tra noi è stato quasi naturale, ineluttabile.

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Abitare | FENOMENOLOGIA DI UNA DISCESA AGLI INFERI | 19 / 09 / 2011

Nel seicentesco palazzo Paolo V di Benevento è andata in scena Wunderkammersoap, performance di ricci/forte, autori di punta della scena italiana. Un gioco crudele della meraviglia, della jouissance che dà vita a una destrutturazione politica del godimento estetico. Marlowe e il suo tragico universo elisabettiano fanno da collante ai tre episodi della soap: Edoardo II, Didone e Tamerlano. Un dispositivo meravigliante che sarà presentato per la prima volta nella sua integralità per il Romaeuropafestival (27 ottobre/3 novembre).

Un bagno accoglie Didone, un travestito con il suo amore impossibile per un cliente che vorrebbe trasformarlo in sosia di Nicole Kidman. In un garage/club underground ci sono Tamerlano e Zenocrate, latitanti di una banda criminale in fuga; è in cella a scontare la condanna per omicidio Isabella, che ha ucciso travolta dalla gelosia per l’amore, scoccato in fila alla cassa di Ikea tra suo marito, Edoardo II e il commesso Gaveston.

Frammenti di quotidianità si dipanano in luoghi anonimi, reali, frantumati in una topografia dell’immaginario contemporaneo. Si tratta di “Wunderkammer”, stanze delle meraviglie che accolgono e collezionano derive umane circondate da feticci del nostro quotidiano (vasetti di nutella, friedchips di McDonald, pistole da bancarella che sputano bolle di sapone ecc).

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Digimag - International Magazine | UN MASH-UP DI INQUIETUDINE E PERVERSIONE | 01 / 11 / 2011

Non sappiamo quale sia la verità… l’importante è che l’ambiguità sia chiara. Vittime, carnefici, protagonisti di questo snuff movie che la vita offre siamo noi, alla disperata ricerca di amore in un mondo impossibile: perché alla fine anche la Natura, come gli uomini, è troia e infedele. Sempre.

Andrea Porcheddu (a cura di), Macadamia Nut brittle (primo gusto), Pisa, Titivillus, 2010.

L’epigrafe che introduce l’articolo è tratta dalle note di copertina del libro di cui sopra, volume che contiene la prima pubblicazione del testo Macadamia Nut Brittle - relativo all’omonimo spettacolo che ha debuttato al Festival Garofano Verde di Roma nel 2009, ispirato a Dennis Cooper, drammaturgia di Ricci/Forte e regia di Stefano Ricci - corredata da un’intervista agli artisti e da un’introduzione critica dell’autore, che ripercorre le salienze del lavoro del duo romano. Il libro è arricchito da smarginalizzazioni riflessive che spaziano dalle lettere private di Pier Paolo Pasolini, fino alle riletture del filosofo francese Didi-Huberman. La citazione, volutamente enfatica, contraddittoria e provocatoria, rispecchia l’allure, l’umore, della scena "riccifortiana": puro concentrato di psicosi contemporanea.

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Popsophia 1º Festival del contemporaneo | L'avanguardia avanza: intervista al duo teatrale Ricci e Forte | 02 / 12 / 2011

Il mostro massmediatico loro lo conoscono bene. Si sono mossi nella pancia televisiva firmando una serie tv come i Cesaroni e poi? Poi sono approdati al palco teatrale e sono diventati gli enfant prodige del teatro contemporaneo italiano. Stiamo parlando di Stefano Ricci e Gianni Forte. Due chiacchiere sul loro lavoro tra contaminazioni pop, senso della vita, pornografia, morte.

C'è opposizione o continuità tra i progetti teatrali di oggi, il lavoro tv di ieri e il mormorato film in programma nel 2012?
Il flusso continuo, la corrente, il bisogno di addizionare strati, derma in un minipimer interdisciplinare. Non si tratta di opporsi a sentieri precedenti o di assecondare il Presente, alimentando un fuoco confortevole. E’ grecale, che soffia attraverso le costole aiutandoci a fare esperienza dei giorni vissuti. Con identico spasmo, nutrito dalla curiosità del potenziale espressivo, ci siamo avvicinati alla TV, per noi globe trotter del palco. Lo snobismo così provinciale che accompagna il nostro Paese nel giudicare chi trasversalmente guada i media, impedisce di comprendere che le isobare con cui il destino ci mette a confronto modificano solo la direzione del vento, non la fermano. La grammatica televisiva, quella teatrale o, nell’immediato futuro, quella cinematografica sono universi con leggi precise, all’interno dei quali si può però continuare a cercare il proprio Sé, in comunione col respiro universale.

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The Pandorian | RICCI/FORTE INTERVIEW | 31 / 07 / 2009

It’s a rare artist who can shake up the status quo to the extent that theatre radicals ricci/forte do. Imagine taking 23 boxes of old puzzles bought from flea markets around the world, dumping all the pieces out and, from those, magically creating live performance that seeks to explore sex and sexuality, consumerism, rebirth and the future of mankind. That’s what it’s like to watch Stefano and Gianni, the Rome-based stage masters who are ricci/forte. Intelligent and daring, ricci/forte’s work seduces audiences in and then locks the theater doors, forcing us to look into a seemingly distorted mirror that might be mistaken for something from the funhouse… except that what looks back is us, and all those who came before us.

PP. How, when and where did you two meet?

RF. The history of our artistic collaboration takes root on the tables of a stage. More or less ten years ago, we met for the first time in Palermo under the spotlights of Teatro Biondo where we were young actors who just came out of the Academy. There the ricci/forte partnership began.

A good dose of professionalism and anarchic perfectionism, a great respect and esteem, and a bit of patience all made for a cocktail — amalgamating the ingredients with care and the necessary time – and it has been explosive. Now there is no need for us to speak anymore. We understand each other at once.

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La Promenade, BlogZine di cultura | Stefano Ricci a dialogo con Marius Creati | 01 / 08 / 2010

Stefano Ricci, grande interprete di sceneggiature televisive di stile generalista, nonché formidabile protagonista dell’immaginario teatrale contemporaneo quale autore e regista di numerose rappresentazioni di nicchia altamente innovative, diviene nel corso del tempo un brillante esponente del nuovo teatro italiano mediante il quale esprime il suo armamentario interlocutorio rivolto ad un pubblico sempre più attento non solo alle avvincenti diramazioni della cultura dall’impronta travolgente, all’alba di nuovi scenari della spettacolarizzazione della realtà, quanto piuttosto all’assurgere di particolari allestimenti borderline attraverso cui attingere, anche seguendo il filone della fiaba crudele, una visione disincantata del quotidiano, solitamente nudata di quell’assurdo senso di appartenenza. Stefano Ricci, insieme a Gianni Forte, collabora attivamente alla fragorosa divulgazione di un insieme di manifestazioni teatrali generanti spettacoli particolarmente suggestivi e ricchi di gran fascino, basti pensare alla seduzione retrattile evinta da peculiari scene cruenti che assumono vere caratteristiche di verve intellettuale.

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BlogZine Indipendente MondoRaro | Gianni Forte a dialogo con Marius Creati | 01 / 08 / 2010

Gianni Forte, brillante sceneggiatore della televisione generalista e autore di interessanti spaccati teatrali spesso destabilizzanti, é divenuto un valente portavoce della nuova vetrina drammaturgica italiana attraverso la quale concilia storiografia del quotidiano, interpretazioni del vissuto catartico e fabule mediatiche narranti storie itineranti permeate di ferocia e di crudezza di stile votate a valorizzare i confini di una ricerca performativa quasi spettacolare per l’ebrezza dei contenuti rappresentati, ciascuno di essi orientati nel colpire non solo la curiosità intrinseca dello spettatore, quanto piuttosto a coinvolgerne emotivamente l’eticità vacillante in prossimità di nuovi aspetti raccapriccianti di natura dolente e fragorosa. Gianni Forte, insieme a Stefano Ricci, collabora attivamente alla realizzazione di un profilato teatrale suggestivo e vitale al tempo stesso attraverso cui immergere lo spettatore in un clima poeticamente violento, permeato di ambizione, frustrazione e illusione, identificato nel fenomeno del marginale consumismo di fondo.

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my word | Niente favole, niente sconti | 05 / 04 / 2011

ricci/forte, un brand no-logo che sta diventando sempre più popolare nei cartelloni dei teatri. Almeno nei più attenti ai linguaggi contemporanei, come quello - crudo e patinato a un tempo - praticato da Stefano Ricci e Gianni Forte, che dopo il debutto assoluto a Santeramo in Colle e la tappa alla Limonaia di Sesto Fiorentino in febbraio, da martedì a sabato sono al Teatro India di Roma per presentare il loro ultimo lavoro, Grimmless, agito da Anna Gualdo, Valentina Beotti, Andrea Pizzalis, Giuseppe Sartori e Anna Terio, per la regia di Stefano ricci.

Dopo Roma, sarà la volta di Milano, con il trittico che l'Elfo Puccini ha deciso di dedicare al dinamico duo, mettendo in scena, uno dopo l'altro, Troia's Discount (5-10 aprile), Macadamia Nut Brittle (12-17) e Pinter's Anatomy (18-20). In vista del debutto capitolino, abbiamo approfittato per un'agile botta e risposta via mail con il regista. Eccolo.

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Teatro e Critica | non siamo terribili, siamo bracconieri di parole | 06 / 12 / 2010

Incontro prima Gianni proprio di fronte al civico 1 dove poco prima mi ero intrufolato trovando solo Giuseppe Sartori (attore ormai storico della compagnia), il tempo di un caffè, qualche anticipazione sui progetti futuri (Marsiglia, Drodesera e il cinema) e poi arriva Stefano. Ce ne andiamo in una piccola cucina, sì vi è anche una cucina nel bianchissimo spazio della Fondazione Fendi (dove dall’8 al 15 dicembre verrà presentato Some disordered christmas interior geometries), lì al civico 1 del Foro Traiano ti fai il caffè sopra le viscere della storia. Tempo di sederci, aprire il portatile e siamo già dentro al discorso con due tra i più acclamati artisti della scena contemporanea: Stefano Ricci e Gianni Forte.

Una delle cose più interessanti di questo progetto, anche alla luce del dibattito acceso più di un anno fa da Baricco, è la collaborazione con la Fondazione Fendi, come è nato questo rapporto?

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ANDY - Visioni contemporanee | Dall’incontro delle loro penne è nato il duo di sceneggiatori più dirompente del momento | 03 / 05 / 2010

Sintetico, omeopatico, liquido, additivo. Non è un medicinale, ma la definizione che gli attori di Stefano Ricci e Gianni Forte danno al lavoro dei due drammaturghi e registi, osannati dalla critica come enfant prodige del teatro contemporaneo. Ci ridono su Stefano e Gianni, i quarant’anni si avvicinano pericolosamente e l’idea di essere etichettati così fa sorridere, ma fa anche riflettere sugli strani meccanismi del teatro italiano che vede gli artisti ‘giovani’ sino al pensionamento e non può fare a meno di dividere tutto in categorie; quasi che il nuovo, il non-riconducibile-a-modelli-precedenti-predefiniti faccia un po’ paura. E se c’è qualcuno che non ama le etichette sono proprio Stefano e Gianni che, paragonati da alcuni alla Societas di Castellucci, da altri a degli ‘anti Emma Dante’, un po’ strabuzzano gli occhi e un po’ nicchiano, lasciando che siano sempre e solo i corpi e le parole degli attori in scena a dire ciò che serve. “E’ solo quando il pubblico assiste a un nostro lavoro che possiamo davvero parlare” dice Stefano, affermando una convinzione comune a entrambi. Due personalità molto diverse eppure complementari che condividono insoddisfazione, curiosità, dubbio, disinteresse.

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GAY.TV | Umani atrocemente orrendi | 27 / 08 / 2011

Intervista a risposte fotografiche con soggetto il duo di drammaturghi Stefano Ricci e Gianni Forte, il risultato è un insolito resoconto del loro percorso artistico. Si sono fatti conoscere per la loro irriverenza sul palco grazie a Troia’s Discount nel 2006. Sono diventati gli enfant terrible del teatro contemporaneo con Macadamia Nut Brittle nel 2009, sempre lo stesso anno vengono osannati dalla critica internazionale con Pinter’s Anatomy. Meno conosciuti nel bel paese dei pagliacci che diventano premier e delle puttane che diventano ministri, Stefano Ricci e Gianni Forte sono attualmente in tournée con Grimmless, che li vedrà impegnati il 2 settembre a Bassano del Grappa per Operafestival e il 14 ottobre a Venezia per la Biennale Teatro. E proprio su quella cultura pop che in Italia si fa subcultura da tinello, dalle minorenni che non è la rai, ai calciatori che la mutanda è firmata e il capello gellato, i due monellacci Ricci Forte dirompono con un’ironia caramellata, scanzonata eppure intrisa di croccante acidità. Chi ha visto i loro spettacoli ha potuto ridere amaramente della propria condizione non solo di italiano dalle viscere ormai irrimediabilmente incancrenite dalle tette da drive in e dai cartoni animati giapponesi censurati, ma anche della propria condizione di essere umano incline alla pigrizia dell’entertainment.

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Il Tamburo di Kattrin | 10 Domande a… Stefano Ricci | 05 / 06 / 2011

Incontriamo i registi presenti al festival Primavera dei Teatri per rivolgere le nostre “10 Domande a…”. Uno scambio di battute brevi ma prettamente significative per conoscerli meglio. Risponde Stefano Ricci per ricci/forte presente a Primavera dei Teatri con Grimmless.

1. Come definirebbe il suo/vostro teatro?
Biotico, necessario e mutante.
2. Che cos’è il teatro di ricerca?
Non credo che esista un teatro di ricerca; esiste un teatro, un modo di esprimersi e di stabilire un contatto con qualcuno che guarda. Esiste un teatro che ha bisogno di porre degli interrogativi e un teatro che invece si limita a intrattenere. Credo che la ricerca, il dubbio e il punto interrogativo siano sempre indispensabili, siano la base di qualunque tipo di indagine. Il teatro di ricerca è semplicemente il teatro.
3. Come lo spiegherebbe ad un profano?
Credo che sia un costringerlo, un legarlo ad una sedia e obbligarlo a vivere un’esperienza, perché di questo si tratta, di un’esperienza. In qualche modo siamo indotti a credere che il teatro sia sinonimo di noia, di sonnolenza e di attività postprandiale, di recupero di testi polverosi; qualcosa che ha a che fare molto con la scuola, e non è così. Quindi glielo spiegherei legandolo a una poltrona in platea e risvegliandolo a un ascolto, che poi è la funzione del teatro oggi.

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Niù Odeon | Intervista a Ricci e Forte | 30 / 09 / 2011

Wunderkammer Soap. Le stanze delle meraviglie sarà dal 27 Ottobre al 3 Novembre al Romaeuropa Festival di Roma e poi dal 5 al 10 Dicembre a Lugano in Svizzera. Parlare con Stefano e Gianni è un generoso incedere di porte che si aprono; si schiudono i riflessi di un intenso percorso di lavoro che li ha fatti riconoscere come importante realtà del teatro contemporaneo. Durante gli spettacoli il pubblico sviene, li ama o è zitto a bocca spalancata.

Dal Troia’s Discount avete usato un linguaggio costruito attraverso un dialogo con i vostri attori; abbandonando la parola scritta che tipo di effetto si sviluppa.
Non si tratta di abbandoni ma di riconciliazioni con la propria emergenza: testimoniare un’adesione etica al mestiere svolto. Lo sguardo non è puntato sulla realizzazione di uno spettacolo “ben riuscito” ma sulla sovrapposizione delle proprie istanze con un sentire propagato. La parola resta una delle gambe con le quali provare il salto. Un arto di cui fidarsi per un’esperienza che, dimentica una modalità da passeggiata, prova a lanciarsi in esperimento olimpionico. I limiti legati alla lingua, alla capacità di rappresentare lo spasmo di un corpo sono per un eloquio inteso come reinvenzione che non serve solo a comunicare ma si fa ritmo, colonna sonora di un flusso sanguigno in modalità autostradale.

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Recensito - Cultura e informazione al tempo di Internet | Ricci/Forte, istruzioni per l'uso | 19 / 04 / 2011

A ognuno i suoi Ricci/Forte, ovvero come spiegare a uno psicologo, una signorina snob, un verginello teatrofilo e un critico (razza in estinzione), cosa è il teatro Made by Ricci/Forte. Risponde il regista Stefano Ricci.

Francesca Esposito: Ti do 4 possibili spettatori, spiega chi siete, che fate, da dove venite, perché lo fate. Lo psicologo/psicanalista.
R/F – F (Ricci/Forte senza Forte): Il nostro lavoro ha molto a che fare con lo psicologo. I lavori nascono dall’immagazzinare dati, creare questo mare di sogni in cui si nuota dentro e dove nascono visioni che poi devono essere messe alla prova con il lavoro concreto (fisico ed emotivo) degli attori. Il primo approccio è onirico ed è legato alla sessione analitica, ma poi bisogna prendere le distanze, recuperare solo l’apparato energetico e restituire con chiarezza quello che deve diventare una cattedrale da condividere con il pubblico, in modo che quella carne diventi la sua.
F.E: La signorina snob.
R/F-F: È una categoria che non frequento molto, però, la signorina snob potrebbe capire che non si tratta di guardare uno spettacolo come se fosse una commedia musicale dove può astrarsi e giocare con il telefonino o pensare dove andare a cena fuori.

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THE PANDORIAN | Entering the world of Ricci/Forte | 31 / 07 / 2009

Once upon a time the most profound of friendships occurred. A meeting of two great minds, eager to embark upon a journey that witnessed the birth of stage masters Ricci/Forte. Like identical twins or two halves of the very same self their creative power lies in an ever indulgent admiration for the other. In their own words: “Stefano (Ricci) is the armoured part of the couple, the philosopher who writes more quickly on the laptop. Gianni (Forte) is the less methodical one who would like to add something else to Stefano’s implacable stances”. They are rarely satisfied, as the problem between them “is never not being able to write, but to actually stop rewriting”. Neither can fall in love with their sentences or words because the other always undoes it anyway. The partnership is hard work, but absolutely and always gratifying. In this case the triumphant collaboration is one that has continually produced the most challenging works, provoking and tearing apart too many contemporary taboos.

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Milano Mentelocale | Macadamia Nut Brittle al PIM. Stefano Ricci: «Cerchiamo gli eroi» | 29 / 04 / 2010

Stefano Ricci e Gianni Forte hanno, diciamo così, una doppia vita. Sono sceneggiatori quotatissimi e referenziati della Tv generalista: hanno firmato, tra gli altri, i copioni de I Cesaroni. Ma sono anche autori, con il loro brand Ricci/Forte, di alcuni degli spettacoli teatrali più innovativi, destabilizzanti e politicamente furiosi degli ultimi anni. In occasione delle 4 date in programma a Milano allo Spazio Pim - dal 30 aprile al 3 maggio, sempre con inizio alle 21, ingresso 15 Eu - del loro Macadamia Nut Brittle, abbiamo intervistato Stefano Ricci.

Voi lavorate molto come sceneggiatori televisivi e il vostro nome viene spesso associato a quello del format di maggior successo degli ultimi anni, ovvero I Cesaroni. Come si concilia la scrittura di questo tipo di prodotti, e l'etica che gli sta dietro, con quello che fate a teatro?
In generale gli autori di teatro snobbano la televisione, pensando che sia semplice, che potrebbero farla in qualunque momento. Però senza farla, e serbando una sorta di rancore. Allo stesso modo l'autore televisivo snobba il mondo teatrale perché ha la sensazione che chi ne fa parte lo consideri alla stregua di un dattilografo. Io ho la fortuna di lavorare su entrambi i fronti e credo sia puramente un discorso di professionalità.

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Tele Simo - la guida dei film | Intervista ESCLUSIVA a STEFANO RICCI e GIANNI FORTE | 20 / 04 / 2007

In occasione della trasmissione della seconda stagione di HOT, Telesimo vi propone un'intervista esclusiva e piccante a Stefano Ricci e Gianni Forte, nella foto sopra, l'inossidabile (e prestante) coppia già co-autrice de I Cesaroni, che per il secondo anno consecutivo ha sceneggiato e diretto l'irriverente e innovativa serie televisiva. L'appuntamento con quella che è già stata definita "l’unica serie-comedy LGBT italiana" è per ogni giovedì alle 22.50 su Jimmy (canale 140 di SKY). Ma di cosa parla HOT? Ve lo spiega, grazie a YouTube una delle protagoniste:

D. Cosa distingue la prima dalla seconda stagione di HOT?
E’ la stessa sensazione che si prova confrontando le immagini di Demi Moore agli esordi e dopo le innumerevoli sedute di chirurgia estetica: una messa a fuoco che ne valorizza le qualità al fulmicotone. Se la prima stagione è stata un brillante rosa shocking, la seconda divampa in un rosso fuoco lavico… piccante come un peperoncino messicano. Già dalla scorso anno, HOT rivelava le caratteristiche di audacia e sfrontatezza verbale che l’hanno confermata, con le puntate di quest’anno, la serie più ironica, irriverente, trasgressiva e dissacrante che la TV italiana abbia mai trasmesso. La lente d’ingrandimento posta, nella nuova edizione, sull’Amore, il Sesso e i loro complicati Derivati... ne amplifica le eruzioni, che tracimano in pura comicità travolgendo interpreti e spettatori.

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Queer Blog | Macadamia Nut Brittle in scena al Garofano Verde: intervista a Ricci/Forte | 09 / 06 / 2009

Non è giugno nella capitale senza l’annuale e prezioso appuntamento con Garofano Verde, la rassegna di teatro omosessuale curata da Rodolfo di Giammarco, giunta alla sedicesima edizione, di cui vi abbiamo già parlato giorni fa. Tra gli spettacoli in cartellone, in questi giorni è in scena Macadamia Nut Brittle del rinomato, e a noi caro, duo Ricci/Forte. Un omaggio all’autore Dennis Cooper, una fiaba crudele sull’adolescenza per scardinare le porte della cosiddetta normalità sessuale. Un altro appuntamento con un duo artistico tra i più interessanti nel panorama nostrano, fonte di ispirazione e riflessione continua. Li abbiamo intervistati ieri, sera della prima dello spettacolo di cui pubblichiamo una foto firmata da Mauro Santucci.

Cosa vedremo in Macadamia Nut Brittle?
Quello che siamo. Uno sguardo prospettico sui nostri giorni, sull’uso che ne facciamo. Macadamia è uno specchio che riflette le ansie, le incerte speranze e le disillusioni di chi - seduto in platea – ha voglia di sentire che non è solo a combattere la vita. E’ un viaggio onirico e crudo nel quale i quattro interpreti scavano a fondo in loro stessi per rintracciare la scintilla dell’immaginazione, ultimo baluardo all’insensatezza dell’ordine precostituito.

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